Quando torneremo sulla Luna?

14.01.2018 19:15

 

A ottobre 2024, l’Agenzia spaziale cinese (Cmsa) ha presentato la tuta spaziale progettata per gli astronauti che, nei prossimi anni, conquisteranno la Luna. La tuta (e l’evento in generale) fanno parte del fitto programma spaziale che il Dragone rosso ha messo in campo per affermarsi come superpotenza del settore, nella corsa per ritornare a mettere piede sul satellite dall’ultimo allunaggio, avvenuto nel lontano dicembre 1972.

La tuta è stata presentata in pompa magna: ha una schermatura speciale per proteggere gli astronauti dall'ambiente estremo (le temperature sulla Luna vanno da circa 120°C nelle zone illuminate a -130°C in quelle buie) e dalla polvere lunare, il casco contiene telecamere per una visuale in prima persona e le strisce rosse sul busto della tuta (che ricordano le armature tradizionali) si ispirano all'arte cinese e al Partito Comunista. È inoltre particolarmente leggera: “È indispensabile ridurre notevolmente il peso della tuta”, ha detto Wang Chunhui, capo progettista del China astronaut research and training center, “a causa del carico metabolico del corpo umano durante le camminate”.

Definire però esattamente quando questo accadrà è tutto un altro paio di maniche, e dato che in questi giorni (4-10 ottobre) ricorre la Settimana mondiale dello Spazio, fare un po’ di conti non guasta. Negli ultimi anni si sono susseguite dichiarazioni, a volte troppo entusiastiche a volte più attendibili, sul ritorno dell’essere umano sulla Luna e, soprattutto, sulla conquista di Marte, il sogno proibito della scienza spaziale. Mettere ordine non è semplice, ma possiamo provarci.

Quando?

Per fare una panoramica abbastanza affidabile bisogna iniziare dal programma Artemis, la missione spaziale che al momento sta più avanti con i lavori. Artemis è capitanato dalla Nasa, in collaborazione con aziende statunitensi di voli spaziali commerciali (Space X di Elon Musk) e partner internazionali come l’Esa (Agenzia spaziale europea), Jaxa (Agenzia spaziale giapponese) e Csa (Agenzia spaziale canadese). L'iniziativa ha come obiettivo quello di portare “la prima donna e il prossimo uomo” sulla Luna, in particolare nella regione del polo sud del satellite. L’Italia è in pole position nel progetto: oltre a operare all’interno dell’Esa in qualità di Agenzia spaziale italiana (il nostro Paese è il terzo finanziatore europeo dell’Esa, dopo Francia e Germania), ha stipulato un accordo bilaterale con la Nasa nel 2020, i cosiddetti Artemis Accords.

Quella di Artemis è un’opera di grande collaborazione e cooperazione internazionale, che promuove il progresso scientifico e tecnologico, ma anche un’occasione di profitto, soprattutto per i privati (per dare un’idea, il valore della space econmy italiana si aggira attualmente intorno ai tre miliardi di euro, ed è destinato a crescere). Privati che trarranno guadagno prima lavorando al programma pubblico, e poi accaparrandosi una parte delle risorse che verranno estratte dalla Luna, soprattutto metalli e terre rare, materiali preziosi per i dispositivi tecnologici.